Ecco la regola d’oro per decidere che percentuale del tuo denaro investire senza rischiare troppo

Stabilire quanto denaro investire senza esporsi a rischi eccessivi rappresenta uno degli interrogativi chiave per chi si avvicina al mondo della finanza personale. La risposta definitiva non esiste e va individuata nell’equilibrio tra le proprie esigenze, la propensione al rischio, gli obiettivi finanziari e la capacità di far fronte a imprevisti. Tuttavia, la cosiddetta regola d’oro per limitare i pericoli e prendere decisioni lungimiranti esiste: investire solamente una parte del proprio patrimonio, diversificare e mantenere sempre una riserva di liquidità per necessità improvvise.

Il concetto di rischio e la definizione della percentuale ideale

Ogni forma di investimento comporta un certo livello di rischio. Più il rendimento potenziale è elevato, maggiore sarà probabilmente il rischio associato all’investimento scelto. È quindi fondamentale comprendere che nessun investimento è totalmente privo di insidie, diffidando da chi promette grandi profitti senza il minimo pericolo. La regola fondamentale suggerisce di decidere la percentuale di patrimonio da investire in funzione della propria tolleranza alle perdite e dell’orizzonte temporale che si ha di fronte. Un errore comune è credere che basti investire una quota bassa in strumenti azionari per proteggersi dal rischio globale: anche portafogli composti principalmente da obbligazioni possono subire forti oscillazioni, soprattutto in periodi di rialzo dei tassi d’interesse o di crisi dei mercati finanziari.
Non esiste una percentuale valida per tutti: giovani investitori con reddito stabile e orizzonte temporale di lungo termine potranno essere più aggressivi, mentre persone vicine alla pensione dovranno preferire la sicurezza del capitale.

Il ruolo della diversificazione e dell’allocazione strategica

Una delle colonne portanti della gestione del rischio è la diversificazione. Non significa semplicemente distribuire il denaro in diversi investimenti, ma anche fra vari mercati, aree geografiche e settori. Questo riduce la probabilità di subire perdite pesanti qualora un singolo segmento del mercato dovesse attraversare un periodo negativo. Si consiglia spesso di non concentrare mai tutte le risorse su strumenti rischiosi come le azioni, ma di affiancarle a prodotti più liquidi e sicuri, ad esempio titoli di Stato a breve termine o conti deposito, capaci di essere smobilitati rapidamente senza subire forti perdite di valore in caso di necessità improvvisa.

Un esempio concreto di ripartizione prevede che solo il 30-40% del proprio patrimonio venga esposto a investimenti rischiosi, riservando il resto a soluzioni difensive o altamente liquide. Tra queste, obbligazioni di qualità e alcune tipologie di conti deposito, pur offrendo rendimenti inferiori, assicurano maggiore stabilità. Alcuni esperti suggeriscono di non superare mai la soglia del 70-80% del patrimonio complessivo investito (inclusi immobili e strumenti finanziari), lasciando sempre una parte da utilizzare per emergenze o per cogliere opportunità future.

Calcolare la quota ottimale da investire

Non esistono formule universali, ma alcune regole pratiche possono aiutare chi cerca una guida. La più popolare “regola del 100” suggerisce di sottrarre la propria età da 100: il risultato rappresenta la percentuale massima del patrimonio da allocare in azioni, investendo il restante in titoli più sicuri. Ad esempio, un investitore di 40 anni potrà destinare fino al 60% a strumenti rischiosi. Tuttavia, con l’aumentare della speranza di vita e con scenari finanziari sempre più dinamici, si suggerisce oggi di partire dalla propria situazione personale piuttosto che affidarsi a regole matematiche rigide.
Esistono anche raccomandazioni specifiche per la diversificazione interna al portafoglio. In condizioni di volatilità e incertezza sui mercati, spesso viene consigliato di destinare all’oro circa il 10-15% del capitale totale investito, proprio per la capacità di questo metallo prezioso di proteggere il patrimonio nei momenti di crisi finanziaria e inflazione.

  • Patrimonio investibile: è la parte di risparmi che può essere vincolata per anni senza essere necessaria nell’immediato.
  • Beni rifugio e strumenti liquidi: almeno il 20-30% va mantenuto liquido o facilmente liquidabile, pronto per far fronte a imprevisti o opportunità.
  • Obiettivi finanziari: investire di più solo se gli obiettivi sono a medio-lungo termine e compatibili con un’eventuale perdita temporanea di valore del capitale.
  • Revisione periodica: il portafoglio andrebbe riequilibrato regolarmente per adattarsi ai cambiamenti personali e di mercato.

Strategie per investire senza rischiare troppo

La sicurezza assoluta negli investimenti non esiste, ma adottando alcune strategie chiave è possibile contenere sensibilmente i rischi:

  • Studiare il rischio complessivo di tutte le componenti del portafoglio, non solo la quota azionaria. Anche obbligazioni e immobili espongono a rischi specifici e vanno monitorati.
  • Diversificare costantemente su più asset e settori: ciò riduce il rischio di forti perdite causate dall’andamento negativo di una singola area.
  • Definire la propria propensione al rischio: valutare quanto si è disposti a perdere in caso di crisi e non superare mai quella soglia. Se si teme di perdere oltre il 10-20% del proprio capitale, meglio privilegiare strumenti a basso rischio.
  • Mantenere sempre una quota liquida: una parte del portfolio (almeno il 20%) dovrebbe rimanere su conti accessibili o strumenti rapidamente vendibili, per affrontare imprevisti senza dover liquidare investimenti in momenti sfavorevoli.
  • Non farsi prendere dalla rincorsa ai rendimenti: ricordare la relazione diretta tra rischio e rendimento, scegliendo sempre la solidità prima della promessa di guadagni rapidi.

In sintesi, la regola d’oro suggerisce di prendere in considerazione la propria situazione personale, di puntare sulla diversificazione e di non immobilizzare mai l’intero capitale, assicurandosi una riserva di liquidità. Investire non significa scommettere, ma pianificare l’uso delle proprie risorse secondo buon senso, informazione e prudenza, per proteggere il futuro senza rinunciare alle opportunità di crescita.

Lascia un commento